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Lamone L’ex sindaco spinge per la fusione

Lamone

Attilio Grandi, al timone del Comune dal 1980 al 2004, chiede che venga dato il via a uno studio aggregativo Trovando sostegno in Municipio, propone l’unione con la ricca Cadempino che sembra però non sentirci.
«La fusione fra Lamone e Cadempino è un problema di massima importanza e priorità per i due Comuni (…) e propongo che i Municipi si impegnino in modo congiunto per promuovere l’aggregazione». È con queste parole, contenute in una lettera inviata ai due Esecutivi e ai due Legislativi, che Attilio Grandi ha negli scorsi giorni tentato di dare «una scossa» e risvegliare nel Medio Vedeggio le spinte aggregative. Una lettera di un privato cittadino che, formalmente, non richiede da parte dei due Municipi nulla più che una risposta ma che, come vedremo, potrebbe effettivamente smuovere la situazione.
Già perché Grandi è sì un normale cittadino, ma è anche colui che ha guidato per ben 24 anni (dal 1980 al 2004) Lamone, e ancora gode in paese di un peso politico non indifferente. «Si dia mandato – sottolinea l’ex sindaco PPD – a uno specialista esterno di preparare un rapporto completo e compiuto sul tema, con cui affrontare e approfondire il problema nei suoi aspetti politici, sociali, finanziari, demografici e territoriali».
Grandi propone che vengano considerate pure le alternative proposte ai due Comuni dal piano cantonale delle aggregazioni («localizzando comunque territorialmente ogni possibile soluzione nella valle del Vedeggio). Piano cantonale delle aggregazioni che – è giusto sottolinearlo – proprio settimana prossima prevede un incontro tra i sindaci del Luganese e il direttore del dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi per discutere la situazione.
Popolazione da consultare
Ma torniamo alla lettera di Grandi. L’ex sindaco chiede che i due Municipi promuovano, sulle basi della conclusione dello studio, una consultazione popolare, per poi sottoporre democraticamente agli elettori una proposta «chiara, credibile e definitiva» di fusione.
Franzoni: «È l’unico inizio»
Il Municipio di Lamone affronterà la questione nelle prossime settimane. La lettera di Grandi sembra comunque aver trovato consensi. Per esempio quello del vicesindaco Daniele Franzoni (PLR), che si dice personalmente d’accordo al 100% con la proposta. «I due Comuni collaborano in moltissimi ambiti e sono praticamente già un paese unico, diviso dalle finanze». Franzoni ricorda che prossimamente Lamone e Cadempino potrebbero trovare un ulteriore accordo sull’acqua potabile, rafforzando il loro legame.
«Sappiamo comunque che sulle aggregazioni i due Comuni hanno visioni un po’ differenti. Noi sentiamo più il richiamo del Vedeggio, Cadempino guarda verso la collina nord (soprattutto Vezia e Cureglia). Credo dunque che il primo passo sia una fusione a due e lasciare poi che sia il nuovo Municipio a decidere dove andare. Sarebbe un inizio. L’unico possibile visto che se non ci diamo una mossa noi diventerà difficile, nel Vedeggio, portare avanti un’aggregazione».
Franzoni sottolinea comunque come l’ostacolo principale riguardi lo scetticismo di Cadempino (che ha un moltiplicatore al 58% contro il 90% di Lamone). «Da noi la volontà c’è da anni. Ma per sposarsi è necessario che anche la sposa sia d’accordo… ». Sposa che, vedasi box a lato, al momento non sembra comunque intenzionata a dichiarare fedeltà coniugale a Lamone (e solo a Lamone) visto che, grazie alle sue formidabili finanze, può vantare parecchi spasimanti.
«L’obiettivo è Vedeggio City»
Anche per Grandi l’aggregazione a due dovrà essere solo il primo passo. «La soluzione migliore si otterrebbe con la cosiddetta Città della valle del Vedeggio (da Taverne ad Agno lungo il corso del fiume Vedeggio e con l’occhio rivolto anche al Comune di Alto Malcantone). Un solo Comune che si estende dal Lema al Ceresio, un territorio abbellito da uno splendido paesaggio, con 15.000 abitanti attivi e con commerci ed industrie fonte di lavoro e occupazione, dotato di tutti i servizi per un Comune moderno e accogliente, politicamente e fiscalmente autonomo».
Per Grandi un confronto fiscale tra i due Comuni deve essere fatto, ma non dovrebbe essere una «ragione determinante per eludere e bloccare ogni tentativo di fusione».
«Cadempino è un Comune finanziariamente florido, Lamone un Comune con una situazione fiscale meno attraente, pur offrendo ai suoi cittadini già oggi, nel rispetto di una fiscalità sopportabile, servizi sociali efficienti tali da soddisfare tutte le esigenze e le richieste della sua popolazione».
Corriere del Ticino, J.R., 7.7.2016

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