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“Spero che La Posta ci ripensi”

Giorgio Rossi, Sindaco di Manno, non usa mezze misure ed esprime la sua delusione nei confronti del Gigante Giallo

foto articolo PeL Posta (copia)

A livello comunale, sul tema Posta, uno dei più attivi è il comune di Manno, con il sindaco Giorgio Rossi che si è fatto portavoce del malumore cittadino. Lo abbiamo interpellato per capire qual è la reale situazione e le prospettive per il futuro.

Come ha accolto la decisione della Posta di chiudere l’ufficio del suo comune, Manno?

Il Municipio ha accolto malissimo la decisione della Posta di chiudere l’Ufficio di Manno. Personalmente, anche peggio, l’ho ritenuta una presa per i fondelli. Manno conterà si ” solo” 1 ‘300 abitanti ma, giornalmente, grazie alle industrie presenti sul territorio, a due Dipartimenti della Supsi attorno ai quali gravitano dipendenti, studenti sia della formazione di base che di quella continua, nel nostro comune ci sono 13’000 persone che giornalmente ci abitano, lavorano e studiano . Dunque un bel numero di potenziali clienti per la Posta. Non va dimenticato che Manno con Bioggio formano il più importante polo economico del Ticino e che – grazie anche e soprattutto alle aziende – siamo uno dei Comuni che versano i maggiori capitali all’erario cantonale, tramite il contributo di livellamento, strumento principale della perequazione finanziaria

Lei ha annunciato di voler intraprendere una misura dura, ovvero la chiusura dei conti comunali con la Posta. Perché?

Il Municipio ha emanato un comunicato stampa dal titolo “La posta chiude? Chiudiamo anche noi con la Posta”. Attualmente nulla è ancora stato deciso, ma stiamo valutando la possibilità di chiudere i conti correnti postali del Comune. Personalmente ho invitato anche i cittadini a fare altrettanto e so che qualcuno mi ha già dato retta. A Manno e nelle vicinanze ci sono alcuni istituti bancari, con i cui dirigenti si è instaurato un ottimo rapporto e, soprattutto, con i quali si può discutere e trattare.

In questi mesi, inoltre, ha criticato più volte l’atteggiamento dei vertici della Posta, soprattutto per quanto riguarda il dialogo. Perché?

Ho criticato più volte l’atteggiamento dei vertici della Posta, poiché il dialogo non esiste, o meglio, è a senso unico! Hanno deciso, punto e basta! Un esempio è dato dalla serata informativa alla popolazione. Ci era stata indicata una data con l’orario delle 18.30. Sappiamo tutti che a quell’ora chi lavora è ancora in ufficio o in colonna per strada; chi non lavora sta cenando. Abbiamo chiesto a più riprese di spostare l’ora alle 20.30. La decisione è arrivata un venerdì sera – quando appunto gli uffici comunali erano già chiusi – che confermava il precedente orario. Inoltre la popolazione non è stata avvisata con recapito a tutti i fuochi. Sono stati messi volantini sul bancone dell’ufficio postale e basta! Ci siamo dati tutti da fare (municipali e consiglieri comunali) per avere il maggior numero di persone possibile e devo dire che ci siamo perfettamente riusciti.

Cosa auspica per il futuro?

Per il futuro auspicherei che le teste benpensanti della Posta, le quali non ci hanno ancora spiegato i veri motivi della chiusura (e-finance ed e-mail non li abbiamo inventati noi … ) abbiano dei ripensamenti e siano almeno capaci di valutare le situazioni e, soprattutto, di ragionare . Con tutto il rispetto che ho per esempio per Bidogno – frazione del comune d Capriasca – mi sento preso in giro quando mi si viene a paragonare quell’ufficio postale al nostro. E, soprattutto, da persone che nella Posta non credono più, avendo qualcuno di loro già inoltrato le dimissioni al “gigantino giallo”! A titolo abbondanziale dirò che quando lavoravo nel privato – gli anni in cui gli utili non erano soddisfacenti, la direzione si decurtava i bonus …

 

Popolo e Libertà, Pagine a cura di Gianluca Pusterla, 2.6.2017

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