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PPD MANNO
 

Cadempino – Pronti a bloccare la perequazione

I capigruppo di PPD e PLR minacciano di congelare i 7 milioni destinati al fondo di livellamento intercomunale «Non ci fidiamo più del Cantone, entro aprile pretendiamo una risposta sullo svincolo per la zona industriale»

Allacciamento rotonda

«Vogliamo una risposta positiva entro aprile, prima delle elezioni. Altrimenti faremo in modo di bloccare il contributo che paghiamo al fondo di compensazione». Marzio Mazzoleni e Ilvo Junghi sono i capigruppo di PLR e PPD in Consiglio comunale a Cadempino e hanno deciso di farsi sentire con il Cantone.

Il perché è presto detto. Da anni Cadempino (esattamente come Vezia) attende il via libera per poter utilizzare gli allacciamenti stradali creati per il cantiere AlpTransit – che saranno in uso fino al 2017 – per poter collegare la sua zona industriale alla rotonda della galleria Vedeggio-Cassarate. Una soluzione che permetterebbe di liberare il nucleo del paese (oggi punto d’attraversamento obbligato) dal traffico pesante, che appunto potrebbe raggiungere le numerose aziende da Sud (dalla rotonda e dunque praticamente dall’autostrada) risparmiando le zone abitate.

«Questo progetto – spiega Junghi, candidato tra l’altro al Gran Consiglio – si sta trascinando alle calende greche. Tutto sembrava pronto, tutto sembrava ormai in dirittura d’arrivo. Poi cambia il progettista di AlpTransit e tutto si blocca e si decide di immaginare una nuova bretella fino a Breganzona». «Sembra – gli fa eco Mazzoleni – una presa in giro. Noi abbiamo presentato una soluzione che è per davvero win-win, migliora l’ambiente, toglie il traffico dai nuclei, aiuta le aziende presenti sul territorio e ha trovato l’accordo dei due Comuni. Tutto però si è bloccato     di nuovo, nonostante tre anni fa avevamo già minacciato di non versare al Cantone la nostra quota del fondo di livellamento. E si sappia che, in base al numero di abitanti, siamo noi di Cadempino i maggiori contribuenti, non Lugano…».

Cadempino (1.500 abitanti) è in effetti il Comune più ricco del Cantone e contribuisce alla «solidarietà intercomunale» in misura di circa 7 milioni l’anno. «Manca comunque la fiducia – continua Junghi – nei confronti del Cantone. È anche per questo che, in Consiglio comunale, abbiamo bocciato il finanziamento del PAL2, il Piano di Agglomerato. Senza dimenticare che in tutta onestà la tempistica con cui è stato presentato quel Messaggio non è stata delle migliori e, soprattutto visti gli importi (4,4 milioni per Cadempino, spalmati su 20 anni), ci aspettavamo anche qualche approfondimento in più. Oltretutto è un progetto monco. Il tram dovrebbe subito arrivare fino a Lamone». «Per quanto riguarda la bretella – continua Mazzoleni – avevamo ricevuto promesse dall’allora direttore del Dipartimento del Territorio Marco Borradori. Promesse che non sono state mantenute. Noi ora pretendiamo una risposta, e questo prima delle elezioni cantonali. Prima cioè di un sicuro rimpasto dei dipartimenti».

Il ministro Zali sotto tiro

Mazzoleni non approva neppure la politica del ministro Zali, in particolare per quanto riguarda la «tassa sui posteggi». «Il più grosso contribuente dei due Comuni e probabilmente del Cantone è la Gucci, che tra l’altro già si è adoperata per creare un sistema di park-sharing. Non si può ulteriormente penalizzare queste aziende. Dobbiamo iniziare a considerarle come dei contribuenti ma anche e soprattutto come dei clienti. Altrimenti, se consideriamo oltretutto quello che è accaduto nei giorni scorsi con il cambio tra euro e franco, si rischia che lascino il Ticino.
Queste aziende generano traffico, sì, e la nostra proposta di bretella serve anche a risolvere questo problema».
Junghi e Mazzoleni fanno dunque leva sulla forza finanziaria di Cadempino e, soprattutto, sull’enorme indotto economico generato (per tutto il Cantone) dalla sua zona industriale. «Lasciamo ai funzionari cantonali il facile compito di calcolare di quanto aumenterebbe il debito pubblico del Cantone se non ci fossero le nostre aziende. Per questo motivo meritano di essere ascoltate».
Il messaggio dei due capigruppo è dunque chiaro: il collegamento stradale tra le zone industriali e la rotonda della Vedeggio-Cassarate è assolutamente una priorità. Se non verrà realizzato in tempi brevi (anzi: se il Cantone non darà una risposta prima delle elezioni), il Consiglio comunale non approverà i Preventivi e farà in modo di bloccare il contributo al fondo intercomunale. Non tutto il Legislativo sarà d’accordo (come accaduto 3 anni fa) ma è probabile che – visti i numeri (PPD e PLR assieme raccolgono nientemeno che il 75% dei voti) – una larga maggioranza Junghi e Mazzoleni la riusciranno comunque a trovare.

Il precedente

A Cadempino si discute dell’idea di collegare la zona industriale alla rotonda della Vedeggio- Cassarate da un decennio.

Già nel 2012 Junghi e Mazzoleni presentarono la proposta di congelare, su un conto vincolato, la quota parte di Cadempino al fondo di compensazione (allora erano circa 5 milioni). Le motivazioni erano le stesse: mettere pressione al Cantone e protestare per la mancata realizzazione della bretella. La proposta venne firmata da 11 consiglieri comunali su 19, ma poi il Legislativo decise di non metterla in pratica.

Cadempino è in Ticino il maggior contribuente pro-capite del fondo di compensazione. Dei 58,5 milioni che compongono il fondo infatti 26,9 milioni sono a carico di Lugano (67.000 abitanti), 7,07 milioni a carico di Cadempino (1.500 abitanti). Seguono Manno (5,04 milioni) e Collina d’Oro (3,3).

 

Marco Lehner

«Tema complesso, ma noi continuiamo con il nostro lavoro»
Sulla bretella tra la rotonda della Vedeggio-Cassarate e le zone industriali abbiamo chiesto un parere a Marco Lehner, sindaco di Cadempino. «Non si può dire che il progetto sia rimasto inceppato – ci spiega – e infatti i due Comuni, Vezia in primis essendo prevalentemente sul suo territorio, restano i promotori di questa richiesta. Non ci è in realtà mai stato detto di no, ma la realizzazione ha dei costi e i due Comuni sono molto attenti a contenerli e a spendere il meno possibile». Il sindaco conferma che Vezia e Cadempino continuano a dialogare con i progettisti di AlpTransit per trovare una soluzione e preparare la futura pianificazione. «Anche le FFS hanno delle esigenze e dei costi per quelle bretelle. Dovranno per esempio smantellarle, almeno in parte. È dialogando su questi punti che puntiamo a ottenere una soluzione. Siamo convinti che, senza investimenti faraonici e maxi-studi, si possa giungere a una conclusione. Il tema è complesso. In molti si aspettano tutto e subito. Ma chi paga poi?».

Giovanni Bruschetti

«Non è affatto vero che il progetto è a un punto morto»
La proposta di Mazzoleni e Junghi di bloccare il versamento al fondo di compensazione sorprende Giovanni Bruschetti, presidente della Commissione regionale dei Trasporti. In questa veste è anche il coordinatore della Delegazione delle autorità del gruppo Porta Ovest. Gruppo in cui è rappresentato anche il Cantone e che da qualche anno lavora anche alla realizzazione della bretella tra la rotonda della galleria e le zone industriali. «Il Cantone ha già dato un ok di massima alla partenza dell’iter pianificatorio. Per questo avevamo previsto di eseguire uno studio che sarebbe costato 60.000 franchi, la metà a carico dei due Comuni, il resto diviso tra Lugano, Massagno, Savosa e il Cantone. Vezia ci ha scritto dicendoci di non essere d’accordo. Sono dunque i due Comuni ad essersi chiamati fuori, per trattare direttamente con AlpTransit». Per Bruschetti occorre seguire il giusto iter. «Non è AlpTranist a dover realizzare la bretella. Quella strada al momento non esiste a Piano Regolatore. Prima bisogna pianificarla, poi progettarla e poi realizzarla».

Corriere del Ticino, John Robbiani, 19.1.2015

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