Distretto – Il modello innovativo supera lo scoglio5 marzo 2015L’assemblea dell’Ente regionale di sviluppo ha dato una prima luce verde al progetto, pur con diverse voci critiche Si prevede la creazione di un fondo finanziato dai Comuni con cui studiare e realizzare opere per tutto il Luganese Una decisione attesa ma per nulla scontata anche perché, usando le parole del presidente dell’Ente regionale di sviluppo Giovanni Bruschetti , «spesso quando si portano cose nuove il Ticino si trincera dietro il dubbio». Il modello innovativo, pur se criticato da diversi comuni (vedasi articolo sotto) potrà dunque andare avanti e immettersi in una nuova (e più approfondita) fase di consultazione. Le voci critiche riguardavano la presunta mancanza di strategia a medio-lungo termine dell’Ente. Accuse a cui il presidente Bruschetti (e il segretario del comitato esecutivo Matteo Oleggini ) ha risposto avvalendosi anche dell’appoggio della Città (rappresentata da Michele Foletti ) e di altri Comuni «di peso» come Paradiso, Collina d’Oro, Savosa, Melide e Massagno (di cui Bruschetti è sindaco). «Se le perplessità – ha spiegato il presidente – riguardano la progettualità del vostro territorio posso assicurarvi che nessun Comune sarà discriminato. Tutti possono farsi avanti. Tutti sono anzi invitati a sottoporci le loro proposte, che saranno analizzate. La griglia dei progetti è in divenire. È una matrice che tutti i Comuni possono utilizzare». Corriere del Ticino, John Robbiani, 4.3.2015
Agno, Bioggio e Manno guidano gli scettici: «La proposta è da rivedere» Agno, Bioggio e Manno. Tre piccoli Comuni (assieme fanno dieci chilometri quadrati) che rappresentano il cuore pulsante della ricchissima (e industrializzatissima) valle del Vedeggio. Tre Comuni che generano un gettito fiscale di quasi 40 milioni l’anno (cinque volte meno di Lugano, che però è otto volte più popolosa). Sono dunque critiche pesanti quelle che i tre Comuni (ormai conosciuti come ABM) hanno espresso nei confronti del modello innovativo elaborato dall’Ente regionale di sviluppo. Modello innovativo che intende radunare i 52 dei Comuni del distretto per indicare, elaborare e poi finanziare progetti di rilevanza regionale attraverso un fondo condiviso. Critiche pesanti quelle di ABM anche perché – vista la già citata forza dei tre paesi – sono riusciti a convincere altri Comuni della zona (del Vedeggio, del Malcantone ma anche alcuni della Collina Nord – Ponte Capriasca e Cureglia su tutti) a mettere in dubbio il progetto. Ecco dunque alcuni passaggi della presa di posizione che Agno, Bioggio e Manno hanno consegnato all’Ente regionale di sviluppo. «Niente PIL senza PAL» Nella loro missiva Agno, Bioggio e Manno spiegano categorici: «Prima di sottoscrivere ulteriori impegni è indispensabile che siano consolidate le basi finanziarie del PAL 2 (il Piano d’agglomerato del polo, n.d.r.) attraverso l’impegno di tutti i Comuni, anche di Lugano». Lo stesso Ente regionale ha comunque fatto sapere che, senza l’approvazione del PAL2, salterebbe anche il modello innovativo. Un virgolettato pungente Agno, Bioggio e Manno si riferiscono al «modello innovativo» chiamandolo modello «innovativo» (mettendo cioè l’aggettivo innovativo tra virgolette). Un modo per dire che, di innovativo, il progetto ha ben poco? Sembrerebbe di sì leggendo questa frase: «La metodologia proposta non propone una visione strategica (né classica, né innovativa) dello sviluppo economico auspicato per il Luganese di domani e nemmeno una modalità di coinvolgimento dei Comuni per la definizione concordata della stessa. È certamente importante raggiungere l’obiettivo indicato nel PCA, ovvero rafforzare le capacità dei Comuni di essere attori del proprio sviluppo economico. Tuttavia questo non può prescindere dalla definizione di una strategia di sviluppo a medio-lungo termine». Definire il controllo democratico Agno, Bioggio e Manno sono anche preoccupati da un altro aspetto. «L’impressione è che l’Agenzia regionale di sviluppo stia cercando di definire un proprio nuovo spazio d’azione, prima ancora che una seria valutazione sul modo con il quale l’ERS stesso abbia assunto il ruolo istituzionale sia stata fatta. Occorre ragionare anche in termini di competenze e autonomie prima di assegnare un simile compito a un ente quale l’ARS. Con che tipo di delega? Quali limiti? E il controllo democratico?». «Troppo sbilanciati verso la Città» I tre Comuni criticano anche gli esempi finora portati dall’Ente (che però, è giusto sottolinearlo, sono solo degli esempi). «Sono sbilanciati dal profilo geografico (verso il polo e il golfo di Lugano) e funzionale (progetti turistici)». Ma non è tutto. Il gruppo ABM critica pure il metodo di finanziamento del fondo («usare il moltiplicatore politico è aleatorio). Sembra dunque chiaro che, senza modifiche, non firmeranno la convenzione. Corriere del Ticino, 4.3.2015 |