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PPD MANNO
 

Distretto – Il modello innovativo supera lo scoglio

L’assemblea dell’Ente regionale di sviluppo ha dato una prima luce verde al progetto, pur con diverse voci critiche Si prevede la creazione di un fondo finanziato dai Comuni con cui studiare e realizzare opere per tutto il Luganese

Lugano nord

Una decisione attesa ma per nulla scontata anche perché, usando le parole del presidente dell’Ente regionale di sviluppo Giovanni Bruschetti , «spesso quando si portano cose nuove il Ticino si trincera dietro il dubbio».
Ieri sera l’assemblea dell’ente (che raduna i rappresentanti di tutti e 52 i Comuni del Luganese) ha deciso di continuare nell’elaborazione dell’ormai famoso «modello innovativo»: un modello che intende «detonare, incentivare e facilitare gli investimenti e i progetti d’importanza regionale e aumentare il grado di ricettività degli investimenti privati».
Per raggiungere questi obiettivi si propone di dotare il distretto di un fondo (chiamato «PIL», foraggiato dai Comuni) che permetterà di analizzare e poi anche finanziare i progetti. Un sistema che – secondo l’ERS – permetterà al Luganese di essere padrone del suo destino rendendo superflue le aggregazioni «non volute dal basso».

Il modello innovativo, pur se criticato da diversi comuni (vedasi articolo sotto) potrà dunque andare avanti e immettersi in una nuova (e più approfondita) fase di consultazione. Le voci critiche riguardavano la presunta mancanza di strategia a medio-lungo termine dell’Ente. Accuse a cui il presidente Bruschetti (e il segretario del comitato esecutivo Matteo Oleggini ) ha risposto avvalendosi anche dell’appoggio della Città (rappresentata da Michele Foletti ) e di altri Comuni «di peso» come Paradiso, Collina d’Oro, Savosa, Melide e Massagno (di cui Bruschetti è sindaco). «Se le perplessità – ha spiegato il presidente – riguardano la progettualità del vostro territorio posso assicurarvi che nessun Comune sarà discriminato. Tutti possono farsi avanti. Tutti sono anzi invitati a sottoporci le loro proposte, che saranno analizzate. La griglia dei progetti è in divenire. È una matrice che tutti i Comuni possono utilizzare».
Foletti ha lodato l’iniziativa. «Non possiamo aspettare il Piano cantonale delle aggregazioni, e dunque il 2020, per risolvere i nostri problemi. Dobbiamo accelerare i tempi. Dare impulso al territorio».
Il modello innovativo può dunque continuare a essere sviluppato, con la promessa da parte dell’ERS di approfondire la strategia e le modalità di partecipazione.

Corriere del Ticino, John Robbiani, 4.3.2015

 

Agno, Bioggio e Manno guidano gli scettici: «La proposta è da rivedere»

Agno, Bioggio e Manno. Tre piccoli Comuni (assieme fanno dieci chilometri quadrati) che rappresentano il cuore pulsante della ricchissima (e industrializzatissima) valle del Vedeggio. Tre Comuni che generano un gettito fiscale di quasi 40 milioni l’anno (cinque volte meno di Lugano, che però è otto volte più popolosa). Sono dunque critiche pesanti quelle che i tre Comuni (ormai conosciuti come ABM) hanno espresso nei confronti del modello innovativo elaborato dall’Ente regionale di sviluppo. Modello innovativo che intende radunare i 52 dei Comuni del distretto per indicare, elaborare e poi finanziare progetti di rilevanza regionale attraverso un fondo condiviso. Critiche pesanti quelle di ABM anche perché – vista la già citata forza dei tre paesi – sono riusciti a convincere altri Comuni della zona (del Vedeggio, del Malcantone ma anche alcuni della Collina Nord – Ponte Capriasca e Cureglia su tutti) a mettere in dubbio il progetto. Ecco dunque alcuni passaggi della presa di posizione che Agno, Bioggio e Manno hanno consegnato all’Ente regionale di sviluppo.

«Niente PIL senza PAL»

Nella loro missiva Agno, Bioggio e Manno spiegano categorici: «Prima di sottoscrivere ulteriori impegni è indispensabile che siano consolidate le basi finanziarie del PAL 2 (il Piano d’agglomerato del polo, n.d.r.) attraverso l’impegno di tutti i Comuni, anche di Lugano». Lo stesso Ente regionale ha comunque fatto sapere che, senza l’approvazione del PAL2, salterebbe anche il modello innovativo.

Un virgolettato pungente

Agno, Bioggio e Manno si riferiscono al «modello innovativo» chiamandolo modello «innovativo» (mettendo cioè l’aggettivo innovativo tra virgolette). Un modo per dire che, di innovativo, il progetto ha ben poco? Sembrerebbe di sì leggendo questa frase: «La metodologia proposta non propone una visione strategica (né classica, né innovativa) dello sviluppo economico auspicato per il Luganese di domani e nemmeno una modalità di coinvolgimento dei Comuni per la definizione concordata della stessa. È certamente importante raggiungere l’obiettivo indicato nel PCA, ovvero rafforzare le capacità dei Comuni di essere attori del proprio sviluppo economico. Tuttavia questo non può prescindere dalla definizione di una strategia di sviluppo a medio-lungo termine».
Ma c’è di più. «Una strategia non può essere la somma di singoli progetti che non si riescono o non si vogliono (più) finanziare a livello comunale. I progetti sono la concretizzazione di una strategia, non l’inverso». Perché – si chiedono poi i tre Esecutivi – non migliorare le possibilità di accesso ai fondi della politica regionale e dell’aiuto al turismo prima di creare una nuova struttura parallela e di finanziamento? «Struttura parallela che sarebbe chiamata a finanziare anche progetti sostenuti da Confederazione e Cantone o solo quelli che non rientrano in questi parametri? Non sarebbe il caso di chiedersi se la scala istituzionale dei Comuni non sia inadeguata e allora il primo passo sarebbe ridurre il numero dei Comuni ?

Definire il controllo democratico

Agno, Bioggio e Manno sono anche preoccupati da un altro aspetto. «L’impressione è che l’Agenzia regionale di sviluppo stia cercando di definire un proprio nuovo spazio d’azione, prima ancora che una seria valutazione sul modo con il quale l’ERS stesso abbia assunto il ruolo istituzionale sia stata fatta. Occorre ragionare anche in termini di competenze e autonomie prima di assegnare un simile compito a un ente quale l’ARS. Con che tipo di delega? Quali limiti? E il controllo democratico?».

«Troppo sbilanciati verso la Città»

I tre Comuni criticano anche gli esempi finora portati dall’Ente (che però, è giusto sottolinearlo, sono solo degli esempi). «Sono sbilanciati dal profilo geografico (verso il polo e il golfo di Lugano) e funzionale (progetti turistici)». Ma non è tutto. Il gruppo ABM critica pure il metodo di finanziamento del fondo («usare il moltiplicatore politico è aleatorio). Sembra dunque chiaro che, senza modifiche, non firmeranno la convenzione.

Corriere del Ticino, 4.3.2015

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