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Manno 2.0 è realtà: apre il cantiere

MANNO 2.0, IL PROGETTO NATO PER RIQUALIFICARE E RILANCIARE IL COMUNE GRAZIE ALLE INNOVAZIONI DIROMPENTI, DIVENTA CANTIERE. L’OBIETTIVO: TRASFORMARE MANNO IN UN POLO TECNOLOGICO-INDUSTRIALE PER LE IMPRESE LOCALI E PER QUELLE PROVENIENTI DALL’ESTERO

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Un progetto ambizioso con molte sfaccettature. Come tutte le iniziative di questa portata, infatti, l’intervento sarà imperniato su numerose attività che toccheranno molteplici aspetti: un articolato puzzle dove ogni tessera ha una funzione importante.

Per dare un’occhiata al futuro e scoprire qualche particolare in più su ciò che ci aspetta, abbiamo intervistato Igor Ciminelli, membro del board amministrativo e responsabile della comunicazione del Swiss Institute for Disruptive Innovation (SIDI).

Signor Ciminelli, negli ultimi mesi in Ticino si è parlato molto del progetto Manno 2.0. Adesso che i lavori sono iniziati può dirci quali sono i passi che state compiendo?

«È importante premettere che Manno 2.0 non va inteso come il mero sviluppo di singole iniziative bensì come un ecosistema complesso, dove ogni componente non solo crea valore per l’intero progetto ma è anche strettamente connesso agli altri. La fase progettuale è durata circa un anno, durante il quale abbiamo analizzato le condizioni e studiato i tipi d’intervento che ne consentiranno lo sviluppo. In questa fase ci stiamo concentrando principalmente su alcune attività cardine molto concrete, ovvero le fondamenta sulle quali cominciare a costruire questo ecosistema. Una di esse è sicuramente l’apertura di uno “Sportello Unico” dedicato alle aziende straniere che desiderano localizzarsi a Manno. Lo Sportello fornirà alle imprese tutto il supporto necessario per il processo di delocalizzazione: dall’individuazione degli spazi adatti, all’ottenimento dei permessi, passando per l’analisi delle questioni fiscali e legali, la ricerca di alloggi per i dipendenti, ecc. ecc. Lo Sportello sarà una corsia preferenziale che snellirà e semplificherà notevolmente le cose. Come aspetto inedito, è previsto anche il supporto per le questioni relative alla vita privata. Dietro ogni imprenditore e lavoratore, infatti, c’è una famiglia e lo Sportello Unico, ad esempio, sarà di supporto anche nell’individuazione della scuola più adatta per i propri figli o per trovare il luogo ideale in cui vivere».

Grande attenzione all’estero quindi. Qual è la strategia che state adottando per attrarre aziende straniere a Manno?

«In questo senso vogliamo imprimere una grossa accelerazione. Il miglior modo per farlo è iniziare portando a Manno, nel breve periodo, dei grossi marchi nell’ambito dell’innovazione. Abbiamo già attivato il network internazionale del SIDI e, anche se per il momento non posso addentrarmi nei dettagli, posso dire che abbiamo avviato trattative con interlocutori di grande rilievo. Siamo certi che, una volta coinvolti alcuni big players, si innescherà un effetto domino virtuoso. Sempre in quest’ottica, da qui a fine anno, abbiamo un’agenda fitta di impegni e di missioni all’estero per stringere nuove partnership e sinergie. Giusto per fare due esempi, nelle prossime settimane saremo in Croazia per incontrare i rappresentanti delle istituzioni locali e in autunno saremo a Dubai, emirato che sta investendo ingenti capitali nell’innovazione. Con il Comune di Manno stiamo inoltre definendo quali siano i profili di Comuni strategicamente interessanti con cui, potenzialmente, dare vita a gemellaggi. E ancora, sempre attraverso il SIDI, abbiamo intavolato diverse discussioni per dar vita a collaborazioni con università, centri di ricerca, hub d’innovazione, incubatori e distretti industriali stranieri. In questo scenario diventano determinanti gli accordi con le Camere di Commercio e le associazioni di categoria internazionali, con particolare focus sull’Italia».

Ha parlato di hub e incubatori. In Europa esistono già realtà molto affermate. In che modo Manno 2.0 si differenzia da ciò che già esiste?

«Direi che le differenze principali sono essenzialmente due. La prima è che, al contrario degli incubatori e acceleratori classici, Manno 2.0 non è vincolato a un luogo specifico, come ad esempio un particolare edificio, ma sarà tutto il territorio del Comune a trasformarsi in un campus innovativo. Come detto in precedenza, si tratta di un ecosistema, vivo e dinamico, che rompe gli schemi e allarga la sua identità all’intera area di Manno, e non solo. Una fucina all’interno della quale nascono nuove idee e nuove opportunità. La seconda, strategicamente più importante, è che Manno 2.0 punterà in particolare sulle innovazioni dirompenti, argomento poco conosciuto ai profani ma che rappresenta l’apice della ricerca. È proprio sui settori associati ad alcune selezionate innovazioni dirompenti che stiamo concentrando i nostri sforzi, attivando dei centri di competenza specifici che trattano temi ad altissimo potenziale e che nel medio termine potrebbero avere un impatto travolgente sui mercati. È importante comprendere che Manno 2.0 non è in competizione con gli hub o gli acceleratori locali o stranieri ma è un interlocutore aperto con il quale collaborare per costruire insieme nuove opportunità».

Nell’ultimo periodo abbiamo compreso la visione e il piano d’azione di Manno 2.0, potrebbe chiarirci a chi si rivolge questa iniziativa?

«Manno 2.0 ha essenzialmente un duplice target. Da una parte si rivolge ad aziende già strutturate, sia locali che straniere, che desiderano progredire e crescere nel campo dell’innovazione con lo scopo di aumentare la loro competitività sul mercato, facendo leva anche su tutta la capacità d’attrazione dello Swissness (il brand Svizzera). Dall’altra, dialoga anche con start-up innovative che necessitano di un terreno fertile e di un ambiente in grado di tradurre velocemente il loro potenziale in concrete opportunità. In questa seconda direzione la nostra volontà è di superare il concetto di incubatore per spostarci verso quello di ecosistema in cui l’industria diventa un attore di primo piano. Ciò che vogliamo è che sul nostro territorio arrivino aziende con potenziale e che, nell’interesse di entrambi, contribuiscano a far crescere il nostro mercato».

Quali sono i vantaggi che Manno 2.0 porterà alle aziende locali?

«Innanzitutto, l’inevitabile ricaduta positiva sull’intero territorio, che godrà sicuramente di una ritrovata vitalità. In secondo luogo, il polo Manno 2.0 rappresenterà un nuovo paniere di opportunità in cui far crescere il proprio network, trovare nuovi clienti e stringere inedite sinergie. Infine, ma non meno importante, giocherà un ruolo fondamentale la facilitazione all’accesso a profili di alto livello e talenti, oggi così difficili da trovare e, soprattutto, fidelizzare».

E al territorio?

«Manno 2.0 è un ecosistema e il territorio, inteso nel senso stretto del termine, ricopre un ruolo fondamentale. Spesso si tende a dimenticare che la vita professionale è inevitabilmente connessa alla vita privata. Da un’indagine preliminare che abbiamo svolto negli scorsi mesi è emerso che una delle criticità del Canton Ticino riguarda proprio la qualità della vita. È la cruda verità: oggi la maggior parte degli imprenditori, dei manager e dei dipendenti di aziende che hanno già delocalizzato lamenta il fatto che al di fuori dall’attività lavorativa non ci sia altro da fare. Se da una parte vivere e lavorare in Ticino presenta degli indiscutibili vantaggi come la sicurezza, la qualità dei servizi, la ridotta pressione fiscale; dall’altra mancano alcuni aspetti altrettanto importanti, forse sottovalutati perché a prima vista possono sembrare banali. Sto parlando di elementi come i momenti d’incontro, d’intrattenimento, di convivialità e, ovviamente, anche di divertimento. Se il networking imprenditoriale è oggi un requisito indispensabile, i rapporti sociali lo sono altrettanto. In questo senso abbiamo in programma molte iniziative e da questo punto di vista la vera innovazione sarà tornare alla dimensione umana».

Sembra proprio che siate partiti con la marcia giusta. Cosa ci aspetta al ritorno dalle vacanze?

«Manno 2.0 ha tutte le carte in regola non solo per avere successo ma anche per diventare un punto di svolta e, si spera, un esempio da seguire. Adesso è tempo di lanciare il messaggio. Quando si parla di Svizzera e di delocalizzazione si pensa soprattutto a città come Zurigo. Il nostro obiettivo, in prima istanza, è presentare questa opportunità ai mercati e alle aziende che già nutrono l’interesse per un’eventuale delocalizzazione in Svizzera ma che non conoscono l’opzione Manno. La visibilità giocherà un ruolo chiave e noi lo sappiamo bene. Nei mesi di settembre e ottobre, per esempio, stiamo organizzando due eventi, uno a Manno e l’altro a Milano, durante i quali presenteremo Manno 2.0 ad aziende e start-up in target. Inoltre, per coinvolgere da subito gli imprenditori locali e stranieri, primi tra tutti quelli del Nord Italia, stiamo organizzando per novembre l’Innovation Safari, un tour attraverso le realtà innovative della Svizzera che avrà come punto di partenza e di arrivo per l’appunto Manno».

Piano di lavoro ambizioso che sicuramente avrà bisogno di molte risorse…

«Il Comune di Manno e il SIDI credono fortemente e hanno già investito molto nel progetto. Ma Manno 2.0 può diventare realtà solo grazie all’appoggio e al sostegno delle aziende locali. Gli imprenditori di Manno devono sentirsi parte attiva e comprendere che i primi a godere delle ricadute di questo progetto saranno loro. Il tema principale dell’evento che si terrà a settembre sarà proprio questo. Si auspica che le aziende del territorio rispondano positivamente e contribuiscano a far diventare Manno 2.0 uno spartiacque tra passato e futuro, oltre che un esempio per tutto il Ticino. I grandi progetti si possono realizzare solo se affrontati insieme. Noi del SIDI e il Comune di Manno abbiamo scommesso sulla vittoria di questa partita, adesso abbiamo bisogno dall’aiuto dell’intera squadra».

Innovation Safari – Un viaggio attraverso le realtà più innovative della Svizzera

l’Innovation Safari è un’immersione nei luoghi in cui nasce l’innovazione al fianco degli esperti del SIDI. Il Safari infatti consiste in una serie di viaggi, che si terranno in periodi diversi, ognuno dei quali prevede un periodo di soggiorno di 4 giorni e 3 notti. Durante ciascuna visita i partecipanti avranno un ruolo attivo e potranno confrontarsi in via del tutto esclusiva con i protagonisti dei progetti più innovativi e importanti del momento. Ogni viaggio sarà un’imperdibile occasione di approfondimento in quanto saranno caratterizzati da workshop, brainstorming e momenti d’incontro e confronto, per comprendere come mettere l’innovazione al servizio della propria azienda.

Al momento sono stati organizzati 3 differenti tour, che avranno luogo a partire dal mese di novembre. Ogni itinerario sarà contraddistinto da un tema specifico: il primo riguarderà le Innovazioni Dirompenti, il secondo sarà dedicato al settore industriale e il terzo a quello della chimica.

Ecco alcune delle mete in programma: il Centro di Calcolo Europeo, il dipartimento AI di Google, i laboratori del Politecnico di Zurigo, IBM e Watson; e ancora, EPFL per robotica e 5G; inoltre si visiteranno aziende private e start-up emergenti.

Al fine di garantire la qualità dell’Innovation Safari e dare modo a tutti i partecipanti di trarre il massimo valore da questa esperienza i posti saranno limitati. Per informazioni: www.sidi-international.org/safari

 

Edizione: Ticino Welcome 63 – Set/Nov 2019

 

 

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